Fiori nel buio

Buio eterno, un pozzo profondo, senza fine, senza luce.
La cessazione di ogni cosa.

Oppure no?

Gli occhi si chiudono, smettono di vedere, le palpebre vengono abbassate.

Ancora buio?

Il soffio vitale cessa, il cuore non palpita più, il suo ritmico battere ora riposa.

Davvero è la fine?

Davvero tutto, d'ora in poi, è solo buio? 
Per sempre?

I pensieri, i ricordi, le immagini impresse negli occhi, la memoria...

Dove sono? Dove vanno?

Il corpo sempre più freddo, si irrigidisce, paralizzandosi in una sagoma che presto si trasformerà in un nulla...
Un tutt'uno con un mondo che si trasforma, unendosi indissolubilmente, con quello stesso tutto che, qualche istante prima, ci ospitava e ci accompagnava ad una vita che ora non c'è più.

I pensieri, la coscienza, i ricordi...
Svaniti?

Putrefatti anche loro?

Un piccolo seme per fare frutto deve prima morire. 
Poi...

Cresce, si eleva, si trasforma, produce a sua volta nuovi semi.
In un infinito ripetersi di nascite e morti e di nuovo nascite...

Il fiore rinasce. Oggi qui, domani altrove, in balia del vento, del destino, del caso, di una determinata volontà incondizionata e a noi sconosciuta.

Il buio, è un momentaneo passaggio.

Come quando entriamo in una stanza, priva di luce.

Accendiamo un nuovo chiarore e torniamo a vedere, a capire, a muoverci.

Stanze su stanze, porte chiuse, che di volta in volta, attendono di essere aperte.
Stanze che aspettano nuova luce, che desiderano essere abitate e vissute, che qualcuno tocchi e prema quell' interruttore, che torni un nuovo bagliore.

Ancora e ancora, luce e ancora luce.

In un infinito ripetersi di lampi, luminosi, come scintille propagatrici di nuovi inizi, capaci di innescare un incendio, un nuovo fuoco, un forte calore e una calda passione, illuminando, con una riconosciuta e immensa luce, una nuova vita.

I fiori, quando muoiono rinascono ancora, sono di nuovo fiori, i colori sono gli stessi, la forma è preservata, il profumo è eterno.
Come il ripetersi costante di una memoria perenne, che non cessa mai.

Donando alla vita un'eternità che trasforma la morte in una semplice porta da aprire, per poi entrare in una nuova stanza e accendere, di nuovo, la luce.

Morte fisica?

Morte e basta. La luce si spegne.

In ogni istante, ancora in vita, la luce si dilata, si fa sempre più tenue.
Cerchiamo una nuova stanza, un interruttore che non sempre troviamo, cerchiamo un fiore, quel suo inebriante profumo che ci guida verso quell'interruttore che ci dona la vita.

Il passaggio è eterno, in un costante ripetersi degli eventi, da una condizione di buio ad uno stato di illuminazione.
Sopravviviamo ad una quotidianità che ha trasformato quelle stanze in un labirinto, e come topi da esperimento, cerchiamo quel fiore che può e deve donarci una nuova speranza.

Non più topi in gabbia, ma finalmente coscienze libere e trasformate, capaci di aggrapparsi, con tutte le forze, a quella luce, diventata finalmente tangibile e unica salvezza.

Pervasi dall'inebriante profumo di quel fiore, che siamo, troviamo finalmente la ragione per accendere quell'interruttore e donarci, ancora, quella luce che illumina nuovi percorsi, nuove speranze, che ci accompagneranno lungo quella strada che non ha mai fine.

Buio. Morte.Vita. Luce.

Chi? Che cosa? Perchè?
Tante domande, poche risposte.
Alcune certezze, non chiare.

Un'unica sensazione. Una voce nel cuore. Un pensiero costante.
Forse...
L'unica certezza.
Una certezza donata da quel Divino che ancora non vogliamo conoscere...

Siamo piccoli semi, sparsi su questa immensa terra. 
E come fiori cerchiamo quella luce che ci dona la vita.

Un pellegrinaggio continuo, in solitudine. Una solitudine interiore.
Un silenzioso cammino che ci trasporta in un caotico susseguirsi di eventi, conoscenze, amicizie, amori. 
Ma anche delusioni, sofferenze, mancanze e il solito buio.

Un cammino in solitaria che non potrà rimanere tale per sempre, e che si trasforma in una infinita passeggiata in compagnia, fatta di persone che a volte scegliamo, ma che sempre più spesso, il vento ha deciso di affiancarci.

Decidiamo quindi di continuare a camminare lungo quella strada, illuminata dal sole, calda, confortevole, e che ci abbraccia verso un comune destino.

Un fiore è già splendido così com'è.
Un prato fiorito è un tripudio di colori, di bellezza, di gioia, di amore, di vita.
Sensazioni indescrivibili.
Un prato fiorito, la vita, la solitudine.
Un prato fiorito.

Come tantissimi fiori, gli uni vicino agli altri, coloriamo quel manto su cui siamo stati posati, e ci sforziamo di donare a chi ci osserva, tutta la nostra energia. Attraverso i nostri colori, profumi, le nostre forme, i petali, la nostra anche sola presenza, cerchiamo di dare un significato al nostro, essere fiori.
Regalando sogni, speranze, conforto...

Ma soprattutto  cercando con tutte le nostre forze di illuminare quelle stanze buie di coloro che non hanno più le forze di cercare quell'interruttore...




[Christian B.]

Commenti

Anonimo ha detto…
Molto bello e profondo. Ognuno di noi si puo' rispecchiare in cio' che e' scritto, cogliendo la sintesi della vita e della morte, in un processo che si ripete all'infinito...
Anonimo ha detto…
Meraviglioso