LUI - Il libro (capitolo 3)

Il Libro (III Capitolo)

Ancora oggi mi sforzo di ricordare. Tutto è ancora abbastanza confuso, ho solo qualche immagine nella mia mente. Abbastanza però per cominciare a fare un quadro di quanto, quel giorno, in quella casa, mi è successo.

Ho solo dei flash improvvisi che mi appaiono in sogno e ricordo dopo ricordo ho collegato i puntini. Il disegno è diventato un po' più nitido, come un grande puzzle che ancora però mi nasconde qualche tassello.

Mi trovo in un luogo buio con un unico raggio di luce che trapela dalla assi di legno ormai logore. Illumina un piccolo tavolo. Più che un tavolo a volte mi sembra e mi appare più come un vero e proprio leggio.

E sopra un vecchio, e grosso libro, aperto.

Davanti  a quelle logore e ingiallite pagine provai le stesse sensazioni che ebbi quando afferrai quella maniglia cromata. Un susseguirsi tra euforia e paura accompagnarono gli istanti successivi, fragili e terribili momenti, che mi portarono a compiere decisioni che mi avrebbero cambiato la vita.

I sogni si susseguono tutte le notti e ogni volta mi risveglio, con un forte dolore al petto, in prossimità del cuore.

Non ho più avuto un sonno decente da quel giorno. E questi continui flash mi fanno sobbalzare continuamente sul letto, facendomi immancabilmente rimpiangere ciò che ho desiderato, di non essere più...!

Non sono veri incubi, anche se quando mi sveglio, e lo faccio sempre trasalendo, la paura è l'emozione predominante che pervade la mia mente.

I flash continuano, di notte in notte, e mi vedo davanti a quel leggio intento ad osservare quel libro. Il potere attrattivo che quel vecchio manoscritto aveva su di me, è lo stesso della vecchia casa nel  bosco. Mi incuriosisce e mi affascina, ma mi incute anche una certa paura.

È aperto e vedo una scritta. Una sorta di disegno. Non capisco ancora cosa ci sia raffigurato.
Non voglio toccarlo e vorrei uscire ma non ci riesco.
Le gambe immobili si sono come pietrificate, sono pesantissime e non riesco a muoverle, le ginocchia hanno ricominciato a farmi male.

Gli istanti che precedono il prossimo mio gesto, quello che cambierà la mia vita, sono eterni. Quasi al rallentatore.
Alternati da una lotta interirore, di ribellione, ad una rassegnazione quasi diabolica. Come se volessi arrendermi.
Come se non potessi contrastare l'evolversi innaturale degli eventi e che questi stessi, come guidati da una maledetta volontà propria di quel luogo, mi costringessero a subirne il sopravvento sulla mia ragione.

La vista sembra offuscata, anche se il resto della casa sembra nitido e ben delineato.
Solo quando guardo quel libro, mi accorgo di non riuscire a ben definire ciò che in esso è rappresentato. Un disegno?

Riesco a leggere solo una frase:

"Un tuo desiderio sarà la tua forza"

Il disegno comincia a diventare più chiaro, come se prendesse magicamente vita, e al centro dell'ingiallita pagina appare una sagoma dai colori rossi, tantissime sfumature di rosso, dal più intenso al più scuro.
Ma ancora non capisco cosa raffiguri.

Vado avanti a leggere una seconda strofa:

"la tua forza sarà la mia forza"

E il disegno diventa ancora un po' più chiaro. Percepisco nella sagoma dai colori rossi, una lunga coda.
Cerco di capire, ma è ancora troppo sfuocato e decido di non soffermarmi troppo e continuo a leggere quella pagina. La curiosità è tanta e la voglia di scoprire e di capire cos'ho sotto gli occhi mi spinge ad accelerare la lettura del vecchio manoscritto.
La frase seguente è particolarmente inquietante.

"Il tuo desiderio avrà un costo che sarai obbligato ad onorare"

Il disegno diventa finalmente più chiaro. Ma è ancora incompleto. È una rappresentazione medioevale di una sorta di uomo per metà capra. Come un diabolico fauno dalla lunga coda a punta rivolta verso il basso che stringe nella sua mano sinistra, puntata verso l'alto sopra la testa, un lungo tridente grondante sangue. Ma una parte è ancora indefinita.

Continuo a leggere...

" afferra questo libro con entrambe le mani e leggi ad alta voce quanto segue e il tuo desiderio diventerà il mio desiderio"

Ciò che seguiva era una sorta di evocazione ad un qualcosa o qualcuno di non definito, come se fosse un'entità eterea...

"io credo in LUI
ed in LUI mi incarnerò,
per ridargli vita,
per donargli morte
"

Incredibilmente, ora il disegno, è completamente nitido. Sembra quasi vivo, come se mi stesse guardando. Vedo finalmente la pagina nel suo diabolico complesso. La parte mancante è la mano destra del fauno che mi indica. Il braccio è teso e la mano stretta a pugno con l'indice che mi indica, sembra volermi chiamare. E intravedo nel volto della bestia una sorta di inquietante sorriso.

Senza quasi accorgermene, e incalzato da ciò che stava accadendo, ho espresso il mio desiderio.

Desiderai la cosa che fin da bambino rincorsi in ogni modo, volevo diventare ricco, non volevo più vivere come un pezzente. Ero terribilmente stanco di essere povero. Di vivere come tale, ed ero convinto che la vera felicità la si trovasse solo nel denaro.

Evidentemente sbagliavo, e oggi lo so. Ne sono sicuro.

Quindi decisi di eseguire l'ordine,  presi il libro con entrambe le mani e con voce alta e decisa lessi quanto scritto.

Urlando, con voce roca e drammaticamente disperata, pronunciai quelle dannate parole, abbandonando così ogni personale volontà e arrendendomi davanti a quella bestiale figura, decisi di ubbidirgli:

"io credo in LUI ed in LUI mi incarnerò per ridargli vita, e per donargli morte"

In un attimo tutto cambiò. Come se toccare quel libro in quel luogo, e pronunciare quelle inquietanti parole avesse scatenato un susseguirsi di fenomeni inspiegabili che in pochi istanti, come un interruttore che spegne la luce, hanno radicalmente cambiato la mia vita.

Il buio divenne talmente fitto che quasi lo potevo toccare, ma non mi faceva paura. Anzi mi trovavo a mio agio. Mi sentivo leggero come se fossi sospeso in un "nulla perenne", lo stesso nulla che avrebbe dominato il mio cuore ad ogni Chiamata.

Per sempre...?


(Continua...)




[Christian B.]

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