LUI - La chiamata (capitolo 2)
La Chiamata (II capitolo)
Mi stavo asciugando dalla pioggia. L'improvviso acquazzone mi aveva colto impreparato e mi ritrovai completamente zuppo dai capelli fino alle scarpe.
Ero stanco e affaticato, come accadeva ogni volta, e ciò che facevo, mi creava una grande insofferenza. Le ginocchia immancabilmente mi creavano non poche difficoltà e il dolore a volte rischiava di impedirmi di compiere ciò che dovevo fare.
Ma nonostante tutto, ero diventato diabolicamente diligente e preciso. Ero diventato bravo, e non lasciavo nulla al caso, tutto studiato nei minimi particolari.
Il fuoco della vecchia stufa a legna stava facendo il proprio lavoro. Il calore era confortevole, nonostante gli innumerevoli spifferi facessero entrare la fresca brezza primaverile. Quella casa era piena di fessure, tra un'asse di legno e l'altra si poteva vedere fuori.
Avevo gia pronto il cambio di riserva. Era nel solito posto. Pantaloni e camicia piegati ed impilati sopra la vecchia sedia. Ogni volta avevo vestiti sempre pronti, preparati per tempo e appoggiati sempre su quella solita sedia e per terra, il consueto sacco di plastica nero, pronto all'uso.
La prassi era ormai consolidata e sembrava funzionare perfettamente.
Mi cambiavo e mettevo i vecchi vestiti dentro il sacco nero. Lo annodavo ed era pronto per essere gettato. Ogni sacco nero doveva essere fatto sparire, lontano e soprattutto altrove... Sempre.
Solo le scarpe erano le stesse. Appoggiate sopra la stufa a legna erano ormai asciutte. Erano scarpe costose e sebbbene non avessi difficoltà economiche che mi impedissero di buttarle via ogni volta, a quelle ero particolarmente affezionato. Strano come ci si possa affezionare ad un paio di scarpe!
Ma così era e credo che il motivo fosse riconducibile alle mie umili origini.
Le scarpe erano pronte per essere indossate. Potevo uscire, dovevo tornare in città. Ma soprattutto volevo allontanarmi da quel posto. Ci tornavo sempre, anche se ogni volta desideravo rimanerci il meno possibile.
Non avevo una fissa dimora. Cambiavo spesso luogo e abitazione, viaggiavo sempre. Non avevo legami. Perlopiù vivevo in costosi alberghi e di tanto in tanto affittavo qualche villa in luoghi esclusivi e appartati per allontanarmi dai centri abitati troppo affollati.
Avevo una grande disponibilità economica, non avevo problemi di soldi e potevo toglirmi qualsiasi sfizio avessi voluto.
Questo era proprio il problema. I soldi. Quel maledetto denaro che ho sempre rincorso. Ora ne ero immerso fino al collo, ed ero schifosamente ricco. E quasi me ne vergognavo.
Le mie origini non erano proprio tra le migliori, provenivo da una famiglia povera e proprio quella povertà mi aveva spinto a prendere decisioni sulla mia vita, che oggi rimpiango.
Ero quasi arrivato in albergo pronto per una doccia rigenerante per poi rimanere in attesa della prossima Chiamata.
Accesi il mio portatile, collegai il wifi, ed ero già pronto per giocare in borsa. Era così che avevo fatto tutti quei soldi. Avevo intuito, fortuna e soprattutto non sbagliavo mai.
Era fottutamente troppo facile. Diventare ricco sfondato era stato un gioco da ragazzi. Era quello che avevo sempre sognato, o almeno era quello che credevo di aver desiderato con tutto me stesso, fino ad oggi.
La Chiamata arrivava all'improvviso, e tutte le volte mi giungeva in un modo diverso.
L'ultima volta ad esempio, mi è bastato guardarmi allo specchio mentre mi radevo la barba.
Una goccia di sangue sul collo e l'impulso era iniziato. Un irrefrenabile desiderio, inarrestabile, improvviso.
Diabolico.
A volte venivo istruito nel sonno, come in un realistico incubo. Mi svegliavo sempre di soprassalto, tutto sudato, con una grande sensazione di paura. Mi sedevo sul letto, fissavo il vuoto, e un attimo dopo ero già pronto per alzarmi, vestirmi, indossare quelle solite scarpe, e uscire per fare ciò che dovevo.
Tutte le informazioni diventavano immediatamente chiare, come se fossero stampate nella mia mente. Luogo, ora, momento. Tutto.
Dovevo solo agire e una volta svolto il mio "dovere" il resto arrivava da se.
Soldi, abilità, fortuna.
Era come uno scambio.
(Contina...)
[Christian B.]
Mi stavo asciugando dalla pioggia. L'improvviso acquazzone mi aveva colto impreparato e mi ritrovai completamente zuppo dai capelli fino alle scarpe.
Ero stanco e affaticato, come accadeva ogni volta, e ciò che facevo, mi creava una grande insofferenza. Le ginocchia immancabilmente mi creavano non poche difficoltà e il dolore a volte rischiava di impedirmi di compiere ciò che dovevo fare.
Ma nonostante tutto, ero diventato diabolicamente diligente e preciso. Ero diventato bravo, e non lasciavo nulla al caso, tutto studiato nei minimi particolari.
Il fuoco della vecchia stufa a legna stava facendo il proprio lavoro. Il calore era confortevole, nonostante gli innumerevoli spifferi facessero entrare la fresca brezza primaverile. Quella casa era piena di fessure, tra un'asse di legno e l'altra si poteva vedere fuori.
Avevo gia pronto il cambio di riserva. Era nel solito posto. Pantaloni e camicia piegati ed impilati sopra la vecchia sedia. Ogni volta avevo vestiti sempre pronti, preparati per tempo e appoggiati sempre su quella solita sedia e per terra, il consueto sacco di plastica nero, pronto all'uso.
La prassi era ormai consolidata e sembrava funzionare perfettamente.
Mi cambiavo e mettevo i vecchi vestiti dentro il sacco nero. Lo annodavo ed era pronto per essere gettato. Ogni sacco nero doveva essere fatto sparire, lontano e soprattutto altrove... Sempre.
Solo le scarpe erano le stesse. Appoggiate sopra la stufa a legna erano ormai asciutte. Erano scarpe costose e sebbbene non avessi difficoltà economiche che mi impedissero di buttarle via ogni volta, a quelle ero particolarmente affezionato. Strano come ci si possa affezionare ad un paio di scarpe!
Ma così era e credo che il motivo fosse riconducibile alle mie umili origini.
Le scarpe erano pronte per essere indossate. Potevo uscire, dovevo tornare in città. Ma soprattutto volevo allontanarmi da quel posto. Ci tornavo sempre, anche se ogni volta desideravo rimanerci il meno possibile.
Non avevo una fissa dimora. Cambiavo spesso luogo e abitazione, viaggiavo sempre. Non avevo legami. Perlopiù vivevo in costosi alberghi e di tanto in tanto affittavo qualche villa in luoghi esclusivi e appartati per allontanarmi dai centri abitati troppo affollati.
Avevo una grande disponibilità economica, non avevo problemi di soldi e potevo toglirmi qualsiasi sfizio avessi voluto.
Questo era proprio il problema. I soldi. Quel maledetto denaro che ho sempre rincorso. Ora ne ero immerso fino al collo, ed ero schifosamente ricco. E quasi me ne vergognavo.
Le mie origini non erano proprio tra le migliori, provenivo da una famiglia povera e proprio quella povertà mi aveva spinto a prendere decisioni sulla mia vita, che oggi rimpiango.
Ero quasi arrivato in albergo pronto per una doccia rigenerante per poi rimanere in attesa della prossima Chiamata.
Accesi il mio portatile, collegai il wifi, ed ero già pronto per giocare in borsa. Era così che avevo fatto tutti quei soldi. Avevo intuito, fortuna e soprattutto non sbagliavo mai.
Era fottutamente troppo facile. Diventare ricco sfondato era stato un gioco da ragazzi. Era quello che avevo sempre sognato, o almeno era quello che credevo di aver desiderato con tutto me stesso, fino ad oggi.
La Chiamata arrivava all'improvviso, e tutte le volte mi giungeva in un modo diverso.
L'ultima volta ad esempio, mi è bastato guardarmi allo specchio mentre mi radevo la barba.
Una goccia di sangue sul collo e l'impulso era iniziato. Un irrefrenabile desiderio, inarrestabile, improvviso.
Diabolico.
A volte venivo istruito nel sonno, come in un realistico incubo. Mi svegliavo sempre di soprassalto, tutto sudato, con una grande sensazione di paura. Mi sedevo sul letto, fissavo il vuoto, e un attimo dopo ero già pronto per alzarmi, vestirmi, indossare quelle solite scarpe, e uscire per fare ciò che dovevo.
Tutte le informazioni diventavano immediatamente chiare, come se fossero stampate nella mia mente. Luogo, ora, momento. Tutto.
Dovevo solo agire e una volta svolto il mio "dovere" il resto arrivava da se.
Soldi, abilità, fortuna.
Era come uno scambio.
(Contina...)
[Christian B.]
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