LUI - Il destino (capitolo 6)
Uno zaino per terra, al suo interno un computer portatile.
Accanto alla porta del mio appartamento.
Cerco di capire a chi possa appartenere. Nessun indizio, nessu nome. Nessun apparente proprietario.
Entro in casa, mi siedo sul mio divano e decido di aprirlo, lo accendo.
Sul desktop un collegamento alla borsa azionaria, e una serie di cartelle raggruppanti decine e decine di files di testo.
Indecisa e titubante nel cercare a chi possa appartenere questo pc, apro un file a caso e comincio a leggere.
Sembra un romanzo dell'orrore, la descrizione di delitti perfetti, dedicati ad una sorta di entità demoniaca.
Sono incuriosita e affascinata.
Ne apro un altro e un altro ancora.
Decine e decine di omicidi a scopo rituale, un'offerta sacrificale continua, dedicate ad un'entità che avrebbe ricambiato esaudendo un personale desiderio.
Sono scioccata, i dettagli sembrano così veri, vividi e precisi, che più che un romanzo, sembra la vera descrizione di ciò che un pazzo ha compiuto.
La freddezza che traspare tra le righe mi assale, infondendomi una inspiegabile paura.
La curiosità si sostituisce, sempre più velocemente, ad una sensazione di ansia mista a paura.
Ma continuo...
Piano piano li leggo tutti.
La casa nel bosco, il libro e il fauno, Lui...
Sempre più sconvolta non so cosa fare. Portare il pc alla polizia e denunciarne il contenuto, o tenere tutto per me?
Scelgo la seconda ipotesi, più per timore di passare per pazza ai loro occhi.
Decido quindi di aprire una nuova cartella.
Sembra più un diario personale, con descrizioni molto profonde e intime, di stati d'animo e una continua lotta interiore, una battaglia psicologica degna solo di uno dei più grandi filosofi antichi.
Apro una nuova cartella.
Un solo file, senza nome, intitolato semplicemente TESTO 1.
Non è particolarmente lungo. È intenso, incredibilmente reale.
Un susseguirsi di sensazioni ed emozioni che descrivono un cambiamento interiore, che ha portato ad un ultimo sacrificio.
E, come una lettera d'addio, l'autore descrive il perchè del prossimo estremo ultimo gesto.
Continuo la lettura, ansiosa nello scorrere queste tragiche righe, arrivo alla conclusione del testo.
Ho le lacrime agli occhi, i singhiozzi e i sossulti prodotti dal mio disperato e soffocante pianto, mi rendono diffocoltoso continuarne la lettura.
Una disperazione inattesa, non gestibile, mi lacera il cuore, tutto è diventato così chiaro, e il fatto che sia semplicemente accaduto, trasforma tutto questo in una irreale drammatica verità.
Mi rimangono impresse solo alcune parole, le più essenziali, quelle necessarie per riempire gli ultimi spazi lasciati vuoti da quei tasselli di un puzzle, che ora trovavano la giusta collocazione.
Un disegno, tetro e agghiacciante, con colori cupi e drammaticamente tristi, che si stava compiendo da solo, sotto i miei occhi.
Le ultime parole che ho letto, che voglio ricordare...
Ellen... la amo... grazie...
Queste parole riempono immediatamente quegli ultimi spazi vuoti che riecheggavano nella mia mente. Colmando quell'incredulità che mi aveva tenuta attaccata a quel pc fino a quel momento.
Un ultimo gesto, un atto estremo, fatto di amore, un estremo bisogno di amare.
Che si è trasformato in un atto sacrificale degno solo del più alto ideale altruistico, di una compassionevole visione della vita.
La sua vita interrotta è stata per me la mia salvezza, e in uno scambievole susseguirsi di scelte, che fanno di noi, le volontarie comparse, di un futuro che ancora possiamo sciegliere, posso rispondere a quelle ultime parole scritte.
Come in un dialogo, tra coloro che non possono più rispondersi, elevo dal più profondo del mio cuore, con tutta la mia forza, un vitale e sincero ultimo grido.
Un urlo, prolungato, tra lacrime disperate, ma anche gioiose, con tutto il mio amore, grido col volto rivolto al cielo, tutto il mio amore per quel suo ultimo gesto che mi ha salvato la vita.
Una vita per la vita, la mia vita, un diabolico baratto, che ora diventa quasi santificato da un gesto altruistico estremo, che tra la gioia di vivere e la disperazione di una vita strappata, mi porta ad un'unica consapevolezza...
LUI ...
...era il proprietario di questo pc.
Accanto alla porta del mio appartamento.
Cerco di capire a chi possa appartenere. Nessun indizio, nessu nome. Nessun apparente proprietario.
Entro in casa, mi siedo sul mio divano e decido di aprirlo, lo accendo.
Sul desktop un collegamento alla borsa azionaria, e una serie di cartelle raggruppanti decine e decine di files di testo.
Indecisa e titubante nel cercare a chi possa appartenere questo pc, apro un file a caso e comincio a leggere.
Sembra un romanzo dell'orrore, la descrizione di delitti perfetti, dedicati ad una sorta di entità demoniaca.
Sono incuriosita e affascinata.
Ne apro un altro e un altro ancora.
Decine e decine di omicidi a scopo rituale, un'offerta sacrificale continua, dedicate ad un'entità che avrebbe ricambiato esaudendo un personale desiderio.
Sono scioccata, i dettagli sembrano così veri, vividi e precisi, che più che un romanzo, sembra la vera descrizione di ciò che un pazzo ha compiuto.
La freddezza che traspare tra le righe mi assale, infondendomi una inspiegabile paura.
La curiosità si sostituisce, sempre più velocemente, ad una sensazione di ansia mista a paura.
Ma continuo...
Piano piano li leggo tutti.
La casa nel bosco, il libro e il fauno, Lui...
Sempre più sconvolta non so cosa fare. Portare il pc alla polizia e denunciarne il contenuto, o tenere tutto per me?
Scelgo la seconda ipotesi, più per timore di passare per pazza ai loro occhi.
Decido quindi di aprire una nuova cartella.
Sembra più un diario personale, con descrizioni molto profonde e intime, di stati d'animo e una continua lotta interiore, una battaglia psicologica degna solo di uno dei più grandi filosofi antichi.
Apro una nuova cartella.
Un solo file, senza nome, intitolato semplicemente TESTO 1.
Non è particolarmente lungo. È intenso, incredibilmente reale.
Un susseguirsi di sensazioni ed emozioni che descrivono un cambiamento interiore, che ha portato ad un ultimo sacrificio.
E, come una lettera d'addio, l'autore descrive il perchè del prossimo estremo ultimo gesto.
Continuo la lettura, ansiosa nello scorrere queste tragiche righe, arrivo alla conclusione del testo.
Ho le lacrime agli occhi, i singhiozzi e i sossulti prodotti dal mio disperato e soffocante pianto, mi rendono diffocoltoso continuarne la lettura.
Una disperazione inattesa, non gestibile, mi lacera il cuore, tutto è diventato così chiaro, e il fatto che sia semplicemente accaduto, trasforma tutto questo in una irreale drammatica verità.
Mi rimangono impresse solo alcune parole, le più essenziali, quelle necessarie per riempire gli ultimi spazi lasciati vuoti da quei tasselli di un puzzle, che ora trovavano la giusta collocazione.
Un disegno, tetro e agghiacciante, con colori cupi e drammaticamente tristi, che si stava compiendo da solo, sotto i miei occhi.
Le ultime parole che ho letto, che voglio ricordare...
Ellen... la amo... grazie...
Queste parole riempono immediatamente quegli ultimi spazi vuoti che riecheggavano nella mia mente. Colmando quell'incredulità che mi aveva tenuta attaccata a quel pc fino a quel momento.
Un ultimo gesto, un atto estremo, fatto di amore, un estremo bisogno di amare.
Che si è trasformato in un atto sacrificale degno solo del più alto ideale altruistico, di una compassionevole visione della vita.
La sua vita interrotta è stata per me la mia salvezza, e in uno scambievole susseguirsi di scelte, che fanno di noi, le volontarie comparse, di un futuro che ancora possiamo sciegliere, posso rispondere a quelle ultime parole scritte.
Come in un dialogo, tra coloro che non possono più rispondersi, elevo dal più profondo del mio cuore, con tutta la mia forza, un vitale e sincero ultimo grido.
Un urlo, prolungato, tra lacrime disperate, ma anche gioiose, con tutto il mio amore, grido col volto rivolto al cielo, tutto il mio amore per quel suo ultimo gesto che mi ha salvato la vita.
Una vita per la vita, la mia vita, un diabolico baratto, che ora diventa quasi santificato da un gesto altruistico estremo, che tra la gioia di vivere e la disperazione di una vita strappata, mi porta ad un'unica consapevolezza...
LUI ...
...era il proprietario di questo pc.
[Christian B.]
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