LUI - Sacrifio (capitolo 5)
Il sacrificio
Disorientato ed esausto, mi siedo su quella vecchia sedia di legno.
Con quella tenue e fioca luce che ancora filtra da quelle vecchie e sporche finestre, osservo il Libro e attendo, come un bambino che ha fatto i capricci, una sonora lezione.
Attendo che Lui si manifesti, entrando in quello che rimane di una coscienza ormai quasi completamente corrotta, pronunciandosi contro di me e quello che avevo fatto.
Non fu così. E ormai logorato dall'attesa mi addormentai.
Al mio risveglio, quasi sentendomi graziato, cerco di ripetere ancora una volta, tutta quella ritualistica che Lui esige, ogni volta, sperando di ingraziarlo per aver agito fuori dai soliti schemi. Mi prostro davanti al leggio in una sorta di non preghiera di ringraziamento. Il silenzio ha riempito quella vecchia casa nel bosco, rendendo quasi irreale ogni istante vissuto al suo interno.
Esco, incredulo per averla scampata. Era la prima volta che disubbidivo.
Mi avvio verso il sentiero, per raggiungere la macchina e andare dove Lui vorrà. Quando vorrà.
Ritorno nei ranghi, come un ubbidiente militare, che finita la libera uscita, attende nuovi ordini.
Accendo il veicolo è prendo una direzione a caso, verso una qualsiasi città ancora non visitata.
La paura piano piano lascia il posto a quei brevi sguardi che tanto mi avevano fatto tanto pensare.
Quegli stessi sguardi che mi diedero il coraggio di fare qualcosa che non facevo più da tanto, troppo tempo...
~~~
Le parlai. Incredulo per quello che stavo facendo.
Lei sorridendo, continuava a scusarsi per essere entrata nella mia stanza ancora non vuota.
Aveva 27 anni, faceva due lavori, nell'albergo e nella trattoria, per mantenersi agli studi.
Ellen è stata la prima persona, dopo tanto tempo, che mi ha ridato una speranza che credevo ormai impossibile riavere.
La invitai a sedersi qualche minuto al mio tavolo, e nonostante stesse lavorando, accettò.
I nostri occhi, ancora una volta si proiettarono in un unico sguardo, che ci rapì per qualche breve istante, portandoci a percepire un reciproco affetto incondizionato e imprevisto.
Aspettai che finisse di lavorare, e nel tardo pomeriggio andammo a fare una lunga passeggiata, parlando di ogni cosa, ma soprattutto ridendo, tanto. Come non facevo più da molto tempo.
Ci sedemmo su una panchina, davanti al tramonto, e come due adolescenti alla prima infatuazione, impacciati, timidi, rispettosi, ci avvicinammo sempre di più, lentamente. Le nostre cosce si sfioravano, creando quei piccoli e piacevoli brividi, tipici di una prima cotta.
In una sorta di colpo di fulmine, davanti a quello spettacolo della natura, le nostre labbra, senza nemmeno che ce ne accorgessimo, come in un naturale compiersi degli eventi, si avvicinarono in un appassionato bacio.
~~~
L'ordine arrivò. Immancabile e perentorio, come sempre.
E come accadeva ogni volta, tutto diventava dannatamente chiaro nella mia testa.
Ma questa volta era diverso. Dovevo tornare in un posto in cui ero già stato. Non era mai accaduto prima.
Mentre mi dirigevo verso quel luogo indicatomi, il piano si faceva sempre più chiaro. Come procedere, come far scomparire le tracce, come scappare senza lasciare possibili indizi, insomma tutto studiato nei minimi dettagli.
Ma questa volta rispetto al passato, il volto del nuovo sacrificio non mi era ancora stato rivelato. Nella mia mente, la nuova offerta sacrificale, aveva ancora la sembianza di un'ombra.
Arrivo in città, albergo diverso, una vecchia e piccola pensione a due stelle, utile solo ad organizzarmi.
Mi addormento, stanco del viaggio, prendendo subito sonno.
Per poi risvegliarmi di soprassalto qualche ora più tardi.
Distrutto, ma soprattutto disperato per quello che avevo appena sognato, il panico mi assale, trasformando la mia accademica freddezza, in una febbrile e debole incapacità di agire.
Non volevo crederci. Non poteva essere vero.
~~~
Quel giorno fu per me memorabile.
Ellen mi fece, a sua insaputa, il più grande dono, di cui avevo davvero bisogno. La sua compagnia, la sua gentilezza, il suo modo di ridere, il suo semplicemente esserci, mi riempirono un cuore quasi ormai morto.
Quell'incontro finì proprio come era incominciato. Con estrema naturalezza e dolcezza. Con la promessa che ci saremmo rivisti presto, con il mio vivo desiderio di tornare da lei appena ne avessi avuto la possibilità.
~~~
Come un tragico destino, quella promessa si stava compiendo.
Ellen era quell'ombra che divenne un volto, nel sogno.
Quell'ordine, quel sacrificio era stato richiesto, Lui lo voleva, lo esigeva.
Non c'era via di scampo.
E come in una sorta di infernale punizione, Lui pretendeva l'esecuzione del diabolico rito.
Come un automa che non può ribellarsi a colui che lo comanda, mi stavo preparando ad eseguire il piano.
Con la stessa freddezza con cui un robot esegue un programma fatto di di numeri, incapace di reagire, proseguo ciò che in realtà, questa volta non volevo fare.
Non più padrone del mio corpo, mi muovo nelle mani del mio burattinaio, che mi trascina, legato mani e piedi, là dove non volevo andare.
C'era una sola via d'uscita, c'era solo un sacrificio da fare.
Un ultimo sacrificio.
Il più estremo.
[Christian B.]
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