Caro Dio... Giorno 22 - AVE MARIA...
Caro Dio
oggi ho deciso di rivolgere il mio sguardo verso coLei che mi ha letteralmente salvato la vita, più e più volte.
Provando nella mia più grande umiltà, a raccontarTi quello che la Sua preghiera, l'Ave Maria, ha suscitato nel mio più recondito "io".
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Ave Maria...
Ave, un saluto solenne che richiama ad una dovuta regalità, in una lingua che ricorda una tradizione passata, ma che ancora oggi dirige un certo pensiero.
Tre lettere per indicare un rispetto che vogliamo darLe, e attraverso una parola, decisa e perentoria, ma anche umile e modesta, pronunciamo un saluto che unisce il rispetto alla devozione.
Maria, mille sfaccettature armonizzano questo nome che ci ricordano una divina beatitudine, che ci scalda il cuore in una commovente devozione.
Il solo pronunciarlo, ci riporta in quella dimensione primordiale, che ci ricollega a quella forma di unione che inconsapevolmente chiamiamo santità.
L'Eccelsa silenziosa che trabocca di una saggezza amorevole e rispettosa, in una superiorità umile e non voluta, manifestata in una vita che trascende ogni realtà terrena.
L'Amata da Dio, per aver accettato la Sua volontà, in un accondiscendente assenso che ha trasformato le nostre vite, donandoci la possibilità di nascere ancora, attraverso Suo Figlio che è diventato per noi, il nostro Dio.
Una "goccia del mare" che incessantemente si riversa in quel contenitore di un'anima che ci trasmuta in discepoli amanti ma principalmente amati.
L'Amara realtà conosciuta di una semidea, che nel provato dolore ci accompagna ad una speranza inattesa, di una rinascita che è sempre possibile.
L'Afflizione di una conoscenza ancestrale, per una passione vissuta, in un diabolico progetto che ha tentato di escluderLa, uccidendoLe il Figlio, eliminando un Dio che invece resiste, nella Sua onniscente immortalità.
La Stella del Mare che brillando di una luce riflessa, diventa il nostro faro nel buio, per indicarci una rotta da perseguire, che in una comunione spirituale diventa la nostra unica Volontà.
Un'assunzione che ci fornisce un esempio di una possibile santità, che in un connubio tra il divino e il materiale, realizza un assoluto che è già insito in noi.
Piena di grazia, ricolma di santità, detentrice di una Verità che fatichiamo a percepire, ci insegna nel Suo silenzioso intercedere, una possibilità per far nascere in noi quel desiderio di unirci a quell'assoluto che ancora non conosciamo.
Benedetta tra tutte le donne è coLei che ha perpetuato quell'obbedienza che l'ha resa la prediletta, in una realtà che aveva fatto del Figlio un criminale.
Pur conoscendo uno straziante futuro, ha deciso di compiere una Volontà dolorosa e tremenda, affrontando quella sofferenza in un silenzio che più di mille parole ci ha donato una redenzione che non meritiamo.
In quel Suo miracoloso assenso, ha donato all'umanità quella sublime benedizione, che dal Suo seno trova la vita in un mondo morente.
Benedetto il frutto del Suo grembo, in una genesi miracolosa ed un espiante parto, che ha donato a noi tutti una risurrezione generatrice.
Guarendo quel maledetto peccato che ci trasformava in crudeli individui, spersonalizzati in un egoismo profondo, che ci portava a rinnegare quella scintilla che nel profondo del nostro cuore, non volevamo vedere.
Santa Maria, consacrata al Signore, Madre celeste e venerabile, sublime sapienza, donna divina, che nella Sua carne decide di accettare quel patimento, che la perpetuano in una Diva assoluta e ancestrale.
Regina di una corte celeste che le restituisce un omaggio dovuto, per una scelta che l'ha elevata in un Regno che le appartiene.
Corredentrice di una salvezza che la rende partecipe in un divino connubio con il Figlio, nella redenzione di un mondo che li ha rinnegati.
Madre del Figlio e Madre di Dio, Madre generatrice dell'Onniscente Creatore, Figlia del Dio che ha portato nel grembo, in una simbiosi soprannaturale che ci insegna ad amare quel Cristo che risiede in ognuno di noi.
La Sua perfezione è il nostro scudo che ci protegge dai diabolici dardi, la Sua eccellenza è la nostra utile spada che difende una sapienza che tendiamo a scordare, la Sua sublime presenza è il tramite che unisce lo Spirito al nostro cuore, la Sua perfezione ci garantisce un disperato bisogno di essere ascoltati nelle nostre preghiere, la Sua straordinaria e amorevole compassione ci omaggia di infinite preghiere che intercedono verso il Figlio, il nostro Dio, in un atavico infinito dialogo unificante.
Madre celeste e madre terrena che intercede per noi fino a quell'ultimo istante, per accompagnarci in quel Regno che spesso non meritiamo.
La mia personale divinità che arricchisce quell'ambito che, insito in noi, ci concede una rinascita creatrice ad ogni istante, ad ogni morte, in ogni vita.
Una donna che ha saputo ascoltare il messaggio di un angelo, che solo con la purezza del cuore è possibile fare, che Le indicava la Via per percepire lo Spirito, che le avrebbe donato l'opportunità di salvare coloro che avrebbero accettato Suo Figlio.
In un santo legame che l'avrebbe poi elevata al ruolo divino, che spetta solo a coloro che hanno saputo ascoltare, che hanno saputo vedere, che hanno saputo accettare quell'insita necessità di essere con il tutt'uno, in un infinito che ci comprende.
L'unione tra ciò che è terreno e ciò che è spirituale, tra ciò che è materiale a ciò che è ancestrale, che rende questo legame alla portata di chiunque voglia seguire gli insegnamenti del Figlio, scevri da pregiudizi e regole imposte da una chiesa che ha voluto imporci un obbligato pensiero.
Prima donna, poi Madre e moglie, poi divina creatura terrena, come una semidea donataci dal misericordioso Creatore, per indicarci la strada.
Poi eterna corredentrice di un progetto divino che la uniforma alla divinità del Suo Dio creato e generante, rendendola infine la sublime e perfetta Dea che unisce la terra con il Cielo.
Eterea presenza che se invocata con sincera devozione, dona, in un simbiotico ascolto, fatto di promesse percepite e di miracolose partecipazioni, un sostegno ed un aiuto che preservano una fragile esistenza.
Una Madre celeste che collabora, fondendosi in quella purissima unione ultraterrena, ad un progetto divino volto a quella congiunzione onnicomprensiva e che vorrebbe portarci verso quella beatitudine pacificante ed eternamente liberatoria, che ognuno di noi persegue, vita dopo vita, in un ciclo che dovrà compiersi per ognuno di noi.
[Christian B. ]
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