Caro Dio... Giorno 12 - Pregando...


Caro Dio,
eccomi, di nuovo a scrivere, a sciverTi,  accompagnato da un blues che ricorda la stessa melodia di una preghiera cantata con un cuore tutto completamente spalancato all'infinito, ma anche alla profondità ancora sconosciuta di un proprio io, che rimane costantemente, giorno dopo giorno, istante dopo istante, ancora celato.
Abbandono ogni dispositivo digitale per scriverTi, riprendo in mano una penna ed un quaderno e mi lascio cullare da una musica che mi rindonda nell'anima.
E come se fosse un nuovo salmo, di un'antica Bibbia, letta e riletta, mi unisco ad un canto divino, che vuole solo lodarti dal più profondo dell'anima.
E così, assaporo ogni pensiero, istante per istante, ascoltando il mio cuore che mi urla solamente, di amarti.
Cavalcando quell'onda di un'euforia che scopro essere totalmente coinvolgente se solo a Te riversata.
Una melodia che mi coinvolge anima e corpo facendomi ballare attraverso lo scorrere di questa penna che mi sta comunicando quanto mi ami.
Scrivo di getto, senza pensare, totalmente rapito e trascinato da un'emozione che non voglio abbandonare, non voglio che scappi, che non fugga scacciata da una quotidianità che invece mi annichilisce.
Il desiderio di parlarti attraverso questa mia preghiera è davvero forte e irrefrenabile, accompagnato dal vivo desiderio di sentirmi vicino a Te. Accanto a Te.
Ti sento, ti posso quasi toccare, ma mi accorgo che ti sfioro appena.
Ma mi basta, per ora, consapevole che presto Ti concederai ancora di più, scaldandomi l'anima con una abbraccio potente, e ballando con me, al suono di una melodia che mi trasformerà ancora.
Se solo riuscissi a tenerti così stretto a me, anche in una quotidianità che mi uccide, che tenta in ogni modo di allontanarmi da Te.
Ma io lotto, combatto la mia buona battaglia, per vincere il mondo e il suo relativo principe, che crede ancora di governarlo, per continuare a cercarti, per averti con me, nonostante tutto. Sempre.
Tutto scorre ad una velocità che non riesco più a gestire, le giornate si alternano in un susseguirsi che non ha più un senso.

La religione, quella che ci hanno insegnato, quella che ci dice come pregare, quella fatta di dogmi e regole assurde, ha ormai abiurato al proprio divino e unico scopo, inglobata da una mondanità che l'ha drammaticamente spersonalizzata.
Rimane solamente un vero, vivo e sincero dialogo diretto con Te.
Unica ed eterna salvezza in una realtà che, ormai sempre più celata ai nostri arrendevoli occhi, ci farà assaporare l'unica Via da percorrere.
Non cerchiamo più la Tua presenza e ci scordiamo che nonostante tutto sei sempre incredibilmente vicino.
Sei proprio lì, dove non vogliamo guardare, e svuotando l'anima per poi  riempirla di ogni cosa dannatamente inutile, tentiamo, invano, di colmare quel vuoto che noi stessi abbiamo voluto creare.

Un sorso di vino rosso, una boccata ad una dannata sigaretta, ed ecco che al suono di un blues che mi trafigge, trovo il mio altare, davanti al quale apro il mio cuore parlandoti come non ho mai fatto.
E così mi prostro inginocchiandomi davanti a Te in uno spontaneo inchino che vuole renderTi l'onore e il rispetto che meriti, da un peccatore che come me invece non merita il Tuo perdono.
Ma la Tua bontà è talmente compassionevole che mi sento come rinato, alla ricerca, come un moderno cowboy, che a cavallo del suo destriero cerca ardentemente quella terra che gli darà nuovo ristoro, che diventerà una nuova casa da cui ripartire per vivere.
E così cavalcando le pagine di questo diario, e accompagnato da questa mia fedele penna, Ti scrivo, alla ricerca di quel luogo sicuro che so trovarsi, proprio lì da qualche parte, nel mio ancora spaesato cuore.
Questo scritto, che si trasforma in una preghiera, diventa una vera e propria invocazione ed una lode che Ti rivolgo con tutto me stesso.

L'inchiostro scorre spontaneo, quasi automaticamente, in un susseguirsi di parole che arrivano naturalmente, senza nessuna ragionata volontà.
Tu stai dirigendo questi pensieri che escono liberi, non interrotti da nessuna distrazione e la mia volontà, quasi completamente cancellata, è ormai nelle Tue raggiungibili mani.
Scrivo questa sorta di epistola, che mi trasforma in questo indimenticabile momento e in un brevissimo istante ma che sembra infinito, in un Tuo improbabile discepolo, completamente attratto e innamorato di Te.
Oh! Mio Dio, quanto ti Amo!
Quanto avrei desiderato conoscerti prima, con questa intensità, attraverso la grazia che hai voluto donarmi, baciandomi l'anima e abbracciandomi tutto.
Ti amo con tutto me stesso e mentre lo scrivo e solamente lo penso, commosso con le lacrime che non vogliono smettere di rigarmi la guance, mi inchino davanti alla Tua Potenza.

Mentre Ti scrivo,  mi interrompo per una incombenza improvvisa, mi accorgo che il mio pensiero non riesce a scollarsi da Te, e contemplandoti in un ripetersi di gesta che normalmente avrebbero interrotto questo momento, mi trovo invece, misticamente rapito in un pensarTi che supera la naturale presenza.
Ti rimango vicino, e Tu mi accompagni in una quotidianità che si ripresenta, ma che ora non mi spaventa più, assaporando piccoli e ripetitivi gesti che invece di allontanarmi da Te, in un noioso e monotono susseguirsi delle ore del giorno, invece mi ricordano, in ogni istante dove Ti trovi.

E mentre finisco il mio bicchiere di vino e aspiro le ultime boccate della mia sigaretta, mi avvio verso la chiusura di questa preghiera, che ha cambiato il mio cuore, ancora un po'.
Infondendomi quella certezza e rassicurante sensazione, che non posso più fare a meno di Te.
Mi hai insegnato a gestire con una naturalezza disarmante, quell'innata euforia che pervade la mia indole ancora fanciullesca, aiutandomi a indirizzarla là dove è giusto che vada, verso di Te.
Con un cuore ricolmo di gioia, mi accingo a salutarTi, in questo breve dialogo, che mi ha trasmesso tutto il tuo amore per me e mi avvicino alla fine di questa preghiera, pieno di nuova fiducia, di una Fede ancora più viva, e con una consapevolezza più profonda e sradicabile da un mondo che a breve si ripresenterà tentando di nuovo di riportarmi dove, ora non potrò più cadere.

Quel buco profondo, quel buio che mi ha inseguito per lungo tempo, è ora diventato un pozzo ricolmo di acqua, di quell'acqua viva che solo Tu può donarci, e dal quale ora potrò abbeverarmi avvolto completamente dalla Tua luce.
Un buio che non mi spaventa più, illuminato dalla Tua presenza, nonostante le ferite ormai cicatrizzante del mio cuore, create da un io malvagio che mi aveva incatenato. E che hanno prodotto una così grande sofferenza a coloro che amavo, intrappolandomi in un senso di colpa che mi stava uccidendo.
Ma ora non più, Tu mi hai perdonato e con la Tua misericordia è arrivato il perdono di coloro che avevo fatto soffrire.
Stai continuando a guidarmi, senza mai abbandonarmi, accompagnandomi in un percorso per trovare il perdono di chi ancora non lo ha fatto.
Ho perdonato me stesso e sono stato perdonato. Ho perdonato le mie colpe riconoscendole e Tu, ricambiandomi, mi hai perdonato, regalandomi con la Tua grazia inaspettata una nuova Vita.
Non scordo la mia vecchia vita, mi serve da monito, e ora che Ti conosco, con le lacrime agli occhi che li illuminano e li puliscono, vedo quella nuova Via che non posso più abbandonare, accompagnato da Te.
E così la gioia di vivere prepotentemente torna ad impadronirsi di me, spingendomi là, in quei luoghi, che ancora non conoscevo.

In questo blues che volge al termine non posso fare altro che esprimerti le mie ultime parole di ringraziamento, sapendo che il nostro dialogo non è ancora finito...

Sempre tuo,
Christian 

Commenti