Caro Dio... Giorno 4 - qualche tempo fa...


Caro Dio,
qualche tempo fa, in seguito ad una situazione di tensione, in casa, mi spingesti, nella Tua grandissima misericordia, in un luogo, non troppo lontano, ma meravigliosamente magico.
Un luogo incantevole fatto di emozioni, amore, gioia e impreziosito di una commovente e trascendentale aurea.
Mi trovai, quasi inconsapevolmente, sotto casa, nel parco che abbraccia il mio condominio, e trovatomi seduto su una panchina, mi osservavo, dall'alto, mentre contemplavo gli alberi.
Alti, maestosi, avvolgenti, perentori. Oserei dire, saggi e maestri di vita.
Dopotutto anche nell'antico testamento si parla di alberi, della vita e del sapere, il Tuo stesso figlio Gesù pronunciò numerose parabole sul fico.
E lo stesso Buddha diede il moto alla ruota del Dharma sotto un albero di fico.
Nello stesso gnosticismo cristiano si parla dell'albero della conoscenza, in un auto progetto di consapevolezza, che ha l'intento di avvicinarci a Te.
Come se potessi guardarmi da fuori me stesso, oltre quella carnalità che ci tiene legati a queste continue rinascite, in un mondo, che tenta in ogni modo, attraverso le sue meraviglie, di elevarci e di portarci alla fine di un Samsara consapevolmente purificatore, mi commuovo avvolto dai robusti rami che mi abbracciano e accarezzato da quelle foglie che ciclicamente fai cadere a terra, trovo un conforto inaspettato.
In un tuo non troppo misterioso progetto di vita e morte. Di morte e vita.
Di vita eterna.
Era autunno e gli alberi non ancora troppo spogli, mi stavano parlando, mi stavano raccontando il Tuo progetto.
Ho ascoltato tanto e ho osservato tutto quello che volevi dirmi. L'ho impresso bene nel mio cuore, e dopo tanto tempo, eccomi qui a scriverTi. A dirTi quello che mi hai trasmesso, proprio come farebbe un devoto discepolo con il proprio Maestro.
Quando ancora i discepoli si passavano gli insegnamenti a voce, senza scrivere nulla, per non corrompere la purezza delle parole.
Come ben sai, ho una mente selettiva, memorizza solo quello che reputa davvero interessante, e nonostante abbia un padre esperto di botanica, non riesco mai a ricordare i nomi degli alberi o delle piante che mi circondano.
Ma questa stessa mente selettiva riesce però a ricordare tutte le parole che hai voluto far giungere al mio cuore attraverso le parole di Tuo figlio Gesù, e di tutti quei maestri illuminati che hai posto sul mio cammino.
Le foglie stanno continuando a cadere, anche ora che osservo queste meravigliose Tue creature, e ad ogni leggero soffio di vento, sembra di essere sotto un cupo ma bianco cielo, durante una copiosa nevicata. Solo che invece di essere neve, sono foglie. Le Tue foglie.
Cadono fluttuando nell'aria, nello spazio che mi avvolge, senza un possibile perchè.
Ma come tu mi insegni, tutto è caos, apparente, ma nulla è casuale.
Le Tue foglie si vanno a posare ai piedi degli alberi stessi. Condividendo una sorta di manto protettivo, invernale, che condiviso può scaldare le radici di tutti gli alberi.
Creando così un'armoniosa e compassionevole danza, che trasforma questo apparentemente semplice atto naturale, in un gesto altruistico propenso alla conservazione della vita.
Una condivisione naturale di mezzi, atti alla reciproca sopravvivenza, e per prepararsi insieme, ad una nuova vita.
A primavera, quando il Tuo infinito disegno donerà nuova linfa e quindi nuova vita, per una ricrescita armonica e divina.
Come grandi saggi, questi maestosi alberi, si stanno spogliando di tutto ciò, che in quel preciso momento è ormai diventato superfluo.
E silenziosi mi mostrano il perchè delle cose.
Non può non venirmi in mente la profetica e potente citazione del libro de L'Ecclesiaste:
"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni attività sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è stato piantato, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare cordoglio e un tempo per danzare, un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per gettare, un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace." 
Mi piace pensare che lo stesso autore abbia scritto questa meravigliosa profetica poesia, proprio sotto un albero...
I rami ormai nudi mostrano un corpo robusto, ma anche fragile, un corpo forte ma che si prepara ad essere debole.
Debole per un certo e predefinito periodo.
Un periodo in cui tutte le possibili storture, fratture e le invisibili debolezze devono essere risanate.
Arriverà un lungo periodo di freddo, vento gelido, pioggia e neve...
Un periodo che stroncherà ciò che dovrà essere estirpato, ma che rafforzerà ciò che dovrà essere reso migliore.
Un freddo che che ci farà cercare quel calore, che ci spinge alla vita, che l'albero stesso troverà nelle foglie che ha fatto preventivamente cadere sulle proprie radici per tenerle al caldo nel momento opportuno.
Osservarli nella loro tenera e dolce debolezza non può che intenerirmi il cuore, e il pensiero subito corre, là dove Tu hai già  previsto tutto, un lieto fine, ma che fine non è.
È invece un nuovo inizio, come solo Tu sai provvedere, fatto di non del tutto nuovi colori, ma sicuramente più sgargianti, più coinvolgenti, più armoniosi, di rinnovati profumi che solo la primavera sa creare. Che Tu sai creare.
Questo periodo di apparente sofferenza, debolezza, di freddo e vento, di forti intemperie, non è altro che la reale metafora di una vita che trascina, errore dopo errore, dolore dopo dolore, verso una energia nuova, fortissima, vitale, che ci spinge continuamente alla speranza e che dipinge di colori vitali, gioiosi e pieni d'amore verso un futuro che non conosciamo.
Ma ne sono certo, fortemente certo, irrimediabilmente convinto, che questo futuro, che Tu ci prospetti continuamente non potrà che essere radioso.
Quell'energia vitale che ci circonda è opera Tua, quella stessa energia che ci spinge alla vita, quella stessa energia che è insita in ogni cosa da Te creata e che diventa per noi drammaticamente indispensabile percepire.
Quella stessa energia che permette alle foglie di cadere in autunno per poi rinascere a primavera, ballando al suono di quella meravigliosa armonia che solo Tu hai potuto creare.

Sempre tuo,
Christian

Commenti