Caro Dio... Giorno 8 - Silenzio.
Caro Dio,
risveglio difficoltoso, solito dolore alla schiena, e a tutte le mie stanche articolazioni.
Mi vesto in fretta per portare fuori il mio Rocky, prima che combini "l'irreparabile" sul pavimento di casa...
È presto, fuori ci sono poche anime che stanno partendo con le loro auto, chi per andare in qualche luogo di villeggiatura, chi per andare ancora a lavorare.
Ma nonostante i rumori delle auto, dell'autobus che passa proprio vicino al mio appartamento, e a qualche voce di qualcuno, che al telefono, dialoga con qualcun'altro, tutto sommato, il silenzio è ancora più forte di questo "non ancora frastuono" che presto, la farà da padrone.
Risalgo, mi siedo in cucina, e come al solito mi accomodo sullo sgabello davanti alla finestra aperta, e comincio ad osservare ciò che quotidianamente mi prospetti davanti allo sguardo.
Rimango continuamente colpito dai tuoi capolavori, e anche se guardo sempre dalla stessa finestra, il solito scorcio di mondo, che la mia postazione da osservatore mi permette di guardare, ogni giorno, il meraviglioso quadro che osservo è sempre diverso e soprattutto dinamicamente coinvolgente.
Oggi attratto da questo ancora fragile silenzio, ti penso e mi penso...
Tra un rumore di sottofondo ed un altro, vengo da loro quasi cullato, in una contemplazione di un silenzio che ancora resiste e che mi trasmette più domande che certezze.
Ma come diceva un grande saggio, le domande sono più importanti delle improbabili risposte, che ognuno di noi cerca di darsi.
Il Tuo silenzio non mi spaventa, nemmeno quando prego e mi sembra che Tu non mi stia ascoltando.
In realtà, invece, la Tua voce, le Tue risposte, sono proprio celate in quel divino silenzio.
Basta ascoltare e mettersi alla stessa frequenza di quello stesso silenzio che spesso, se non compreso, uccide dentro.
È proprio in questi frangenti che sento la Tua voce. Non ha un timbro, una cadenza, nemmeno un accento particolare. La Tua voce è una "non voce" che però dice tutto e che mi comunica in un modo che solo Tu sai fare.
Un silenzio che parla, che apre l'anima e spacca quelle durissime incrostazioni che avvolgono il cuore.
La Tua "non voce" è penetrante e il Tuo silenzio mi spacca le orecchie, obbligandomi a respirare piano, cadenzando ogni boccata che prendo, prima con il naso e poi fuori con la bocca semi aperta, in una sorta di meditazione involontaria, ma che istintivamente conosco dopo anni di pratica.
Accendo la mia sigaretta, che quasi come una "non meditazione" mi aiuta a trovare quel centro che questo dannato vizio invece mi trasmette.
Tra il vizio malsano e questa diabolica abitudine che sostituisce una scarsa volontà, continuo a guardare fuori, tra una tirata e l'altra.
Sento il leggero rumore della brace che consuma la sigaretta, e anche questo lieve crepitio mi tranquillizza consentendomi di rimanere in dialogo con Te.
Lo so bene che Tu vorresti che abbandonassi definitivamente questa micidiale abitudine, ma capisco anche e comprendo che Tu sai bene che questo non è il momento giusto per giocare con la mia volontà in una sorta di egoica auto competizione fine a se stessa e che porterebbe solo ad un disastro.
I pensieri corrono, si sovrappongono, e attraverso l'esercizio di una mente allenata, riesco a frenarli, a metterli in fila, ad escluderne alcuni e ad elevare degli altri.
Quei pensieri che afferro e che voglio approfondire, riguardano proprio Te, ma anche me, sono pensieri che ci coinvolgono in uno scambievole confronto.
Un confronto rispettoso, dove Tu ovviamente ne esci sempre vincitore, e dove io umilmente mi prostro ai tuoi piedi, ma che mi serve per capire se ciò che mi passa per la testa sia il frutto di una mia edonistica elaborazione mentale, o invece un Tuo messaggio, un Tuo consiglio, un Tuo ammonimento...
Le risposte arrivano sempre, non subito, ma non mi neghi mai il Tuo prezioso consiglio che giunge al mio cuore proprio quando ti contemplo in questo meraviglioso silenzio.
Sempre tuo,
Christian
risveglio difficoltoso, solito dolore alla schiena, e a tutte le mie stanche articolazioni.
Mi vesto in fretta per portare fuori il mio Rocky, prima che combini "l'irreparabile" sul pavimento di casa...
È presto, fuori ci sono poche anime che stanno partendo con le loro auto, chi per andare in qualche luogo di villeggiatura, chi per andare ancora a lavorare.
Ma nonostante i rumori delle auto, dell'autobus che passa proprio vicino al mio appartamento, e a qualche voce di qualcuno, che al telefono, dialoga con qualcun'altro, tutto sommato, il silenzio è ancora più forte di questo "non ancora frastuono" che presto, la farà da padrone.
Risalgo, mi siedo in cucina, e come al solito mi accomodo sullo sgabello davanti alla finestra aperta, e comincio ad osservare ciò che quotidianamente mi prospetti davanti allo sguardo.
Rimango continuamente colpito dai tuoi capolavori, e anche se guardo sempre dalla stessa finestra, il solito scorcio di mondo, che la mia postazione da osservatore mi permette di guardare, ogni giorno, il meraviglioso quadro che osservo è sempre diverso e soprattutto dinamicamente coinvolgente.
Oggi attratto da questo ancora fragile silenzio, ti penso e mi penso...
Tra un rumore di sottofondo ed un altro, vengo da loro quasi cullato, in una contemplazione di un silenzio che ancora resiste e che mi trasmette più domande che certezze.
Ma come diceva un grande saggio, le domande sono più importanti delle improbabili risposte, che ognuno di noi cerca di darsi.
Il Tuo silenzio non mi spaventa, nemmeno quando prego e mi sembra che Tu non mi stia ascoltando.
In realtà, invece, la Tua voce, le Tue risposte, sono proprio celate in quel divino silenzio.
Basta ascoltare e mettersi alla stessa frequenza di quello stesso silenzio che spesso, se non compreso, uccide dentro.
È proprio in questi frangenti che sento la Tua voce. Non ha un timbro, una cadenza, nemmeno un accento particolare. La Tua voce è una "non voce" che però dice tutto e che mi comunica in un modo che solo Tu sai fare.
Un silenzio che parla, che apre l'anima e spacca quelle durissime incrostazioni che avvolgono il cuore.
La Tua "non voce" è penetrante e il Tuo silenzio mi spacca le orecchie, obbligandomi a respirare piano, cadenzando ogni boccata che prendo, prima con il naso e poi fuori con la bocca semi aperta, in una sorta di meditazione involontaria, ma che istintivamente conosco dopo anni di pratica.
Accendo la mia sigaretta, che quasi come una "non meditazione" mi aiuta a trovare quel centro che questo dannato vizio invece mi trasmette.
Tra il vizio malsano e questa diabolica abitudine che sostituisce una scarsa volontà, continuo a guardare fuori, tra una tirata e l'altra.
Sento il leggero rumore della brace che consuma la sigaretta, e anche questo lieve crepitio mi tranquillizza consentendomi di rimanere in dialogo con Te.
Lo so bene che Tu vorresti che abbandonassi definitivamente questa micidiale abitudine, ma capisco anche e comprendo che Tu sai bene che questo non è il momento giusto per giocare con la mia volontà in una sorta di egoica auto competizione fine a se stessa e che porterebbe solo ad un disastro.
I pensieri corrono, si sovrappongono, e attraverso l'esercizio di una mente allenata, riesco a frenarli, a metterli in fila, ad escluderne alcuni e ad elevare degli altri.
Quei pensieri che afferro e che voglio approfondire, riguardano proprio Te, ma anche me, sono pensieri che ci coinvolgono in uno scambievole confronto.
Un confronto rispettoso, dove Tu ovviamente ne esci sempre vincitore, e dove io umilmente mi prostro ai tuoi piedi, ma che mi serve per capire se ciò che mi passa per la testa sia il frutto di una mia edonistica elaborazione mentale, o invece un Tuo messaggio, un Tuo consiglio, un Tuo ammonimento...
Le risposte arrivano sempre, non subito, ma non mi neghi mai il Tuo prezioso consiglio che giunge al mio cuore proprio quando ti contemplo in questo meraviglioso silenzio.
Sempre tuo,
Christian
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