Quella cattiva!

L'ignoranza, quella cattiva,  quella che trasforma le persone istruite in veri e propri spersonalizzati, freddi e distaccati individui, è dannatamente proporzionale al loro ridicolo egocentrismo, orgogliosamente sfoggiato in una serie di atteggiamenti di una superiorità, che non fa altro che renderli ancora più grotteschi agli occhi delle persone, cosiddette normo-pensanti.
Un'istruzione che hanno imparato a memoria ma che non sono stati in grado di elaborare e di rapportare ad una realtà che non riescono a capire, ma soprattutto a vivere.
L'ignoranza, quella cattiva, trova il massimo sfoggio nell'esibizione di una falsa saccenza che li rende tuttologi affermati e convinti.
Trovano la risposta ad ogni quesito, sfoggiando una falsa cultura e cibandosi solo dei semplici titoli delle varie notizie trovate nel mainstream, e facendole proprie, senza nessun approfondito studio, e sentondosi dei professori, che nella loro totale e glaciale indifferenza sentenziano il loro inappellabile giudizio, vogliono assolutamente istruirti.
La loro indifferenza è direttamente proporzionale alla più bassa forma di empatia e sensibilità, rendendoli molto simili a quei vecchi sintetizzatori vocali che ci parlavano,  rispondendo alle nostre domande, scritte su un monitor, con un tono di voce stucchevolmente irritante, distante, distaccato e freddo.
Il loro sguardo non può che essere un tutt'uno con la loro glaciale indifferenza e la falsa saccienza, e la loro testa si eleva incredibilmemte, mostrando un'elasticità nel collo che riescono ad allungare e che quasi imbarazza, ma che gli consente di guardarti dall'alto verso il basso.
Con uno sguardo oserei dire micidiale, nel senso che se potessero, ti fulminerebbero solo per il semplice fatto che esisti e quindi parli.
Uno sguardo severo, si accompagna immediatamente ad uno caritatevole, una misericordia farisaica, falsa, che vuole istruirti ed illuminare la tua inutile stupidità, e pronto a metterti in croce, con una serie di
"No, non è così, adesso ti spiego!"...
Unici detentori di una verità infusa, sarebbero anche delle buone persone, se non fosse per il fatto, che spesso ti mostrano uno schifato disprezzo, infastiditi dal fatto che pensi.
La mimica del loro corpo è altrettanto espressiva, quanto e forse di più del loro irragurdevole sguardo, e collo allungabile.
In una posizione che ricorda quella di un generale che manda i suoi soldati al macello, si ergono ponendoti automaticamente su un gradino inferiore, cercando in ogni modo di farti sentire un sottoposto di fantozziana memoria.
Completamente indisponibili ad un serio e approfondito confronto, si blindano dietro ad una serie di frasi fatte ed imparate a memoria che riescono a sciorinare di volta in volta, caso per caso, proprio come una poesia.
Le mani si muovono come le pale di un mulino a vento, indispensabili per riempire tutto quello spazio che rimane vuoto tra loro e l'interlocutore, e quasi come una gesto che serve quasi a delimitarne il territorio, gesticolano come direttori di una improbabile orchestra.
Nel complesso, il loro atteggiamento e ben identificabile già nei primi istanti di una conversazione, e questo diventa una fondamentale indicazione che potrebbe salvarci dallo sprecare energie e fiato, in un inutile confronto che non ci sarà mai. Ma che soprattutto avremmo già perso in partenza.
Non rimane che un umile e accondiscendente movimento della testa, dall'alto verso il basso, in un affermativo consenso che limita le parole a quelle indispensabili ad una civile e soprattutto volece chiacchierata fine a se stessa.


[Christian B. ]

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