Sotto Terra #3


ALBERI

(Bunker Carrier Pigeon)

Benvenuta lisa. Siamo sempre lieti di avere nuove notizie da altrettanto nuovi sopravvissuti.

E’ interessante conoscere la composizione e la funzione del vostro bunker. Anzi direi che è vitale per il proseguo della nostra specie una volta che finalmente saremo riusciti a tornare in superficie.

Il nostro rifugio invece sembra che sia stato costruito con l’intento di dare una continuità alle specie arboree purtroppo estinte in superficie, dopo la grande esplosione. Abbiamo infatti tantissimi piccoli alberi, di ogni specie, da frutta, pini, abeti, olmi, aceri, e tanti altri, tutti trasformati in piccoli bonsai, da noi curati in tutti questi anni. Pronti per essere adattati per l’esterno, quando finalmente potremo risalire, quando finalmente i nostri portelloni si apriranno allo scadere del tempo programmato.

Direi che siamo a posto, non ci manca più nulla. Solo riuscire a tornare in superficie, prima o poi….

Per quanto riguarda, incontrarsi fuori da qui come fanno i militari, direi che è un’ ipotesi interessante. Non conosciamo le nostre posizioni però, e credo che gli unici che possano fornircele siano i militari stessi che se ne guardano bene dal farlo, purtroppo, e non so il perché.

Gli unici che potrebbero aiutarci carpendo qualche informazione dai ‘mimetici‘, sono il gruppo di ‘Capital’.

Ragazzi mi avete sentito, vero…!!

Per i Cormorant, ragazzi tenete duro. E mi raccomando non scavate più verso l’alto, da quello che ho letto sul ‘portale’ è pericoloso. Ragazzi vi siamo vicini, virtualmente, ma anche moralmente, ‘Capital’ sta arrivando, vedrete, sarà questione di poco, non mollate.

Rimanete collegati al ‘Portale’, faremo di tutto per tenervi compagnia, per non abbandonarvi e per non farvi sentire più soli di quello che in realtà già vi sentite.

Voglio raccontarvi quello che qua dentro facciamo. Il nostro bunker non è tanto grande. I soffitti come i vostri non sono tanto alti, credo che sia una caratteristica dei primi rifugi quelli della prima generazione, costruiti molto, troppo tempo prima dell’inizio del conflitto. Quando ancora non c’era una visione completa di quello che sarebbe potuto succedere. Se non altro furono adattati in seguito, per durare nel tempo…

L’unico spazio abbastanza grande è quello dedicato ai nostri bonsai, sono circa una cinquantina, alti fino ad un metro e mezzo, e la loro cura ci occupa quotidianamente un mucchio di tempo.

E’ come se ci sentissimo responsabili per la loro sopravvivenza, come se sapessimo che in futuro saranno utili a molti, per ricreare un qualcosa che fuori da qui non esiste più.

Siamo esperti botanici, abbiamo acquisito tecniche di innesto che ci consentono di ibridare alcune specie di alberi, per crearne dei nuovi, per allargare il nostro piccolo boschetto in vasi.

Anche noi come il bunker di Liz abbiamo un periscopio che ci consente di vedere quello che succede fuori da qui. Non lo usiamo spesso, siamo ormai troppo abituati a vedere che nulla da ormai tanto tempo non è ancora cambiato. In realtà a volte è proprio impossibile guardare fuori, non si vede nulla. Una maledetta nebbia di colore rosso scuro non ci permette di vedere oltre i trenta centimetri.

Se non altro non abbiamo mai visto nemmeno quelle fantomatiche creature.

Non so se in realtà questo sia un bene, oppure no!?

Ah! Ragazzi! Io mi chiamo John e sarò la vostra voce fuori dal vostro bunker, chiamatemi e io vi risponderò, sono sempre attaccato al pc.

State su e state vivi, mi raccomando…! A presto ragazzi!

L'ATTACCO

(Bunker Stork)

ATTENZIONE, ATTENZIONE,

COMUNICATO URGENTE A TUTTI I BUNKER COLLEGATI AL ‘PORTALE’.

SIAMO STATI ATTACCATI…

Siamo stati attaccati. E’ tutto vero, quelle creature esistono, sono affamate e crediamo che sappiano scavare.

Il nostro bunker è maledettamente vicino alla superficie terrestre e probabilmente in qualche modo ci hanno sentito. Non sappiamo come.

E’ cominciato qualche giorno fa, avevamo sentito strani rumori, forti vibrazioni che inizialmente pensavamo dovuti a piccole scosse di terremoto. Non era così.

Sono riusciti ad infiltrarsi nel condotto che porta all’esterno. In qualche modo, non sappiamo come, crediamo scavando. Hanno cominciato a sbattere sul portellone d’acciaio, quello che ci collega alla piccola galleria per l’esterno.

Sono terrificanti. Creature scure e veloci. Li abbiamo respinti con l’ausilio di un paio di estintori. Gliene abbiamo scaricati due direttamente addosso, infilandoci nel condotto d’areazione vicino. Loro non ci passano, almeno per ora e speriamo anche per il futuro.

Abbiamo visto un grosso buco nella galleria esterna, sono sicuramente passati da li. Non sappiamo però se lo abbiano fatto loro o se in realtà hanno solo approfittato di un vecchio cedimento della struttura. Ovviamente speriamo per quest’ultima ipotesi.

Per ora non si sono ripresentati. Ma abbiamo una dannata paura.

Sono grandi, circa un paio di metri, al posto delle braccia una sorta di due grossi tentacoli appuntiti, come le zampe di una mantide religiosa. Hanno la coda, nera e appuntita. Per il resto sembrano muoversi come noi, due gambe ed un busto simile al nostro. La testa e il volto non siamo riusciti a vederli, nascosti da quegli orrendi tentacoli. Hanno una gran forza e inoltre quelle orrende creature sembrano dannatamente affamate.

Ci stiamo barricando all’interno con ogni possibile oggetto pesante e robusto che abbiamo qua dentro. Rinforzando ogni possibile passaggio o presunto collegamento con l’esterno come ad esempio le bocchette per l’ aerazione.

L’unica via d’accesso al tunnel d’uscita è quel portellone molto pesante e speriamo altrettanto robusto, che abbiamo voluto comunque rinforzare.

E se potessero perforare anche le altre pareti del nostro rifugio?!

Abbiamo organizzato dei turni di guardia, soprattutto la notte. Ci hanno attaccato verso le tre del mattino.

State attenti, controllate ogni possibile via d’accesso con l’esterno, se vi attaccheranno proveranno prima da li.

Vi terremo aggiornati, ma mi raccomando, fate attenzione…

Io sono Rick e spero di potervi riscrivere di nuovo, la prossima volta, spero di potervi dire che ce l’abbiamo fatta, che le abbiamo uccise. Maledette creature…

COMUNICATO RICEVUTO

(Bunker Alfa)

Sono senza parole. Quello che sembrava essere diventata ormai una leggenda o un racconto della paura da narrare a cuor leggero ai bambini del bunker, è ora diventato realtà.

Esistono davvero. E hanno attaccato.

A pochi mesi dalla tanto sperata e attesa riapertura dei portelloni, ora ci aspetta un nuovo incubo.

Non siamo ancora in grado di capire bene cosa stia accadendo e non riusciamo a razionalizzare un qualcosa che ci sembra dannatamente irreale. Ma non lo è.

I bambini stanno percependo le nostre sensazioni, lo vedo dai loro occhi, dai loro giochi, dai loro disegni. Sono riuscito a recuperarne uno. Voglio descrivervelo.

Due tentacoli appuntiti, rigidi e pieghevoli. Lunghi e dannatamente forti, fatti per scavare.

Dritti ed eretti come noi, su due gambe. Una coda lunga che finisce a punta, che si può muovere come un arto. Completamente ricoperti di aculei rigidi e duri come quelli di un coccodrillo.

Una creatura nera, completamente nera. Un volto e una testa non ben definita.

Questo è ciò che i nostri figli immaginano.

E’ terribile.

Da quel giorno non abbiamo più ricevuto una comunicazione dal bunker Stork. Non sappiamo più se siano vivi.

Ma certo, lo sono. Che stupido, staranno organizzandosi per fronteggiare un altro probabile attacco.

Non voglio pensare altrimenti e non devo, perlomeno sul portale. Devo rimanere ottimista, per loro e per chi mi legge. Dobbiamo essere forti.

Da quel maledetto giorno i turni alla galleria sono diventati ancora più pesanti. Ore di lavoro che non vogliono passare, siamo attenti ad ogni più piccolo rumore, anche a quelli che facciamo noi stessi. E’ come se avessimo paura delle nostre stesse ombre.

Abbiamo deciso di non usare più i martelli pneumatici, potrebbero attirare l’attenzione di quelle maledette creature.

Scavare, ora, è diventato quasi come una punizione che non meritavamo di subire.

Sono il primo che ha avuto il coraggio di ricominciare a scrivere sul ‘portale’, come se tutti gli altri stessero aspettando ansiosi e trepidanti una nuova comunicazione da Stork, che ancora però non è voluta arrivare. Come se gli altri stessero aspettando qualcuno che rompesse questo tragico silenzio. Sono passati giorni, tanti, troppi…

Il desiderio di continuare il nostro lavoro, per cercare nuove persone e per unire i nostri rifugi a quelli di altri, è terribilmente in contrasto con una paura che sembra volerci bloccare.

In molti ormai chiedono perché continuare a poco tempo dall’apertura automatica e programmata dei portelloni. Come dargli torto?!

Ma non possiamo fermarci, dobbiamo continuare. Non sappiamo cosa ci aspetterà la fuori.

La nostra unica casa, sicura e vivibile è qua sotto. Le uniche città sopravvissute. Almeno fino a qualche giorno fa. E poi cos’altro abbiamo da fare?!

Dobbiamo reagire, dobbiamo organizzarci a prepararci a difenderci, con ogni mezzo.

Dobbiamo continuare a sopravvivere…

(Continua...)



[Christian B.]

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