Caro Dio... Giorno 9 - Il tempo.


Caro Dio,
oggi pranzo di famiglia.
Due dei miei quattro figli, mia moglie, e i miei genitori.
L'età dei presenti era davvero variegata, dai sedici anni ai settanta.
Più generazioni sedute allo stesso tavolo.
In questo particolare giorno, che ricorda e santifica l'assunzione di Maria, Tua santissima Madre, non potevamo che stringerci tutti insieme, attorno ad un tavolo, e dopo averti ringraziato, abbiamo reso onore alla cuoca.
Non posso fare a meno di guardare questa splendida immagine, con gli occhi di un bambino.
Ed infatti, mi viene alla mente un particolare ricordo, quando da ragazzino, osservavo i miei genitori, come forse oggi i miei figli guardano me.
Non riuscivo ad immaginarmi "grande", osservavo gli adulti e rimanevo bambino, senza riuscire a visualizzarmi, in un prossimo futuro, come loro.
Vedere i miei figli, seduti alla stessa tavola dei miei genitori, mi ha stretto il cuore.
La più piccola di sedici anni, seduta accanto al meno giovane di settanta.

Una vita in uno sguardo.
Come se il tempo, in quell'istante, avesse giocato con me.
Facendomi viaggiare in un salto quantico incomprensibile.

Il tempo, quella strana unità di misura, che scandisce, almeno secondo la fisica di base, lo scorrere di un determinato periodo, marcando inoltre la distanza tra due oggetti nell'ambiente in cui viviamo.
È lo stesso tempo, che in varie circostanze viene percepito più o meno lento oppure veloce, dipendentemente dal nostro stato d'animo.
Quello stesso tempo che se rapportato alla velocità con cui viviamo la nostra esistenza ci delinea un determinato spazio, e che a sua volta, si palesa in maniera differente di volta in volta.
Come se volessimo quantificare la distanza di due pezzi di ghiaccio nel mare.
Il valore avrebbe sicuramente un risultato tangibile e matematicamente corretto.

Ma quando quei due pezzettini di ghiaccio si scioglieranno...?

Ecco quindi che tutto quanto diventa relativo.
La percezione di quello che siamo, lo scorrere del tempo, lo spazio che percorriamo, assume di volta in volta un significato percettivo non quantificabile matematicamente.
Il nostro "io" diventa quindi una variabile fondamentale, ancora oggi non presa in seria considerazione, da una parte della fisica che conosciamo.
E così, spesso ci sentiamo come onde gigantesche, che corrono veloci, forti, possenti, belle...
Non percepiamo però il disegno nella sua interezza, focalizzandoci su dettagli che sembrano importanti, ma che lo sono, in realtà, solo in apparenza.
Non riusciamo a vedere che quelle stesse onde, presto torneranno a calare, a scendere, ad andare più piano, a smettere di percorrere un determinato spazio, fondendosi nuovamente nel mare, diventando un tutt'uno con quella stessa sostanza che le ha generate.
Il tempo diventa quindi soggetto a più variabili, una tangibile, misurabile e quantificabile, e una invece non soggetta a nessuna formula matematica.
In uno scontro epocale tra una fisica di base, quella che noi tutti conosciamo, e una metafisica che ridisegnarà il nostro futuro, fondendo il materiale con lo spirituale, concretizzandosi nella così detta fisica quantistica.

In tutto questo spettacolo metafisico non posso che pensarTi, ragionarTi, analizzarTi, e ancora pregarTi, per concepirTi e concepirmi come una Tua stessa sostanza.
Da Te generata e creata.

Ritorno mentalmente all'immagine che ho ben impresso nella mia mente, la tavolata di oggi, più generazioni sedute accanto, e non posso che pensare a ciò che già ora sta ribaltando concetti scientifici che credevamo assimilati, ridefinendoli in un contesto che vuole e deve esserTi assolutamente più vicino.
Non più fondendo solo la fisica e lo spirito in un unico pensiero scientifico, ma anche il materiale dall'immateriale nel quotidiano delle nostre vite, arrivando a capire che ciò che cerchiamo nel Cielo, attraverso le nostre preghiere, è sicuramente già dentro di noi.
Intorno e ovunque, immersi in una sostanza creatrice quantica che ci rende incredibilmente interdipendenti l'uno dall'altro, creando quel disegno divino che Tu stesso hai così impeccabilmente realizzato, e che immancabilmente ci prospetti nel nostro cuore ancora troppo indurito per poterlo osservare.
Inzuppandoci fino al midollo in una sostanza cosciente, quella stessa coscienza che oggi, già molti studiosi e scienziati, stanno ridefinendone il significato.
Rialacciandosi così finalmente ad una saggezza ancora più antica e trascendentale, che in qualche modo ci aveva già avvisato.

Una creazione unica, atta a glorificarTi, proprio qui e ora, in terra, così come in Cielo.

Nell'assoluto...


Sempre tuo,
Christian

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